L’accettazione della ricandidatura da parte del Presidente Napolitano sicuramente fornisce buone speranze per superare l’ impasse politico che, da quasi due mesi, il nostro Paese subisce.
Senza un Governo, nessuna decisione di nessun tipo è possibile, condizione normalmente insopportabile ma, in questo momento, drammatica.
E noi, che abbiamo investito un bel po’ sulle attività legate alla mediazione civile, non riusciamo a capire cosa ne sarà dell ns futuro, costringendoci ad attese che logorano l’ economia e affievoliscono gli entusiasmi.
Ma Napolitano porta con se più di una speranza.
Innanzitutto sarà un Presidente con una forte “moral suasion” nei confronti dei partiti che molto lo hanno implorato per fargli accettare la candidatura, poi, l’ esperienza e la saggezza ormai a tutti nota, completano la garanzia che porta con se.
Tuttavia, in queste condizioni non si potrà che istituire un Governo che faccia delle riforme bipartizan, partendo certamente dalle relazioni dei 10 Saggi, che hanno tracciato le urgenze del nostro Paese.
La relazione finale del gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali, a cui partecipa, tra gli altri, il costituzionalista Valerio Onida, gia’ Presidente della Corte Costituzionale e attuale Presidente dell’Associazione Italiani dei Costituzionalisti, al punto 26, nel paragrafo dedicato alla giustizia civile, al primo comma, riprende completamente la mediazione civile, così com’ era stata definita dalla l. 28/2010, ritenuta lo scorso 23 ottobre, anticostituzionale per eccesso di delega dalla Consulta e alla quale, anche per mancanza di un Governo, non si è potuto apportare correttivo.
Quindi quale auspicio? Semplicemente che ci sia una larga condivisione per la riconferma del Presidente Giorgio Napolitano, in modo che possa rapidamente favorire la costituzione di un Governo (di scopo, di larghe intese, governissimo o semplicemente un Governo) che possa operare con saggezza in uno dei momenti più oscuri della ns Italia, magari correggendo qualche errore e cercando di limitare i già gravi danni che intanto l’attuale condizione ha causato e sta causando.
Quindi in conclusione cosa auspicare? Che i Saggi siano considerati tali anche dai futuri governanti e che il loro lavoro sia la traccia per avviare le riforme e, per quanto ci riguarda, …ripartiamo da dove c’eravamo fermati!
Pubblicato il 20 aprile 2013 ore 17.00