Mentre si attende il deposito delle motivazioni della decisisione della Consulta del 23 ottobre u.s., la campagna a difesa dell’istituto della mediazione civile trova nuovi ed illustri interpreti.
L’obiettivo perseguito dai sostenitori della mediazione è quello di confermare l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione – attraverso lo strumento della condizione di procedibilità – per mezzo di un emendamento al decreto legge sviluppo.
Convinto dell’utilità dell’istituto della mediazione è senz’altro il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, dr. Michele Vietti, il quale intervistato il 13/11/2012 a “UnoMattina” da Paolo Di Giannantonio, ha dichiarato che “Il grave problema dell’ingolfamento e lentezza della giustizia civile ci rende il Paese più “multato” in Europa e per uscire da questa situazione ci sono due vie: “Lo snellimento dei riti processuali ma soprattutto puntare ai sistemi alternativi per la risoluzione delle controversie quali la mediazione e la conciliazione”.
Quindi per il vicepresidente del CSM la mediazione appare quasi una via obbligata, uno strumento indispensabile per affrontare la crisi della giustizia che attanaglia il nostro paese.
Anche il il presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, avrebbe affermato che, nel momento in cui verrà resa nota la motivazione della sentenza della Corte Costituzionale, si adopererà nei confronti del Governo per richiedere di intervenire e per ripristinare la mediazione obbligatoria se si tratta, come sembra, di un mero atto formale.
Come abbiamo già detto in altre occasioni, un difetto di forma non può arrestare la svolta epocale che la mediazione sta apportando al nostro sistema giustizia.
Pubblicato il 13/11/2012