Premesso che sono tutti super-bravi (così ci preserviamo, a futura memoria, da ogni inimicizia) bisogna fare qualche considerazione che deve tener conto della recente storia, soprattutto dal 23 ottobre u.s. ad oggi.
Da quel giorno ognuno ha espresso, più o meno chiaramente, delle considerazioni sulla mediazione civile restituendo agli addetti ai lavori, che intanto avevano già colorato il proprio futuro, un’immagine favorevole o avversa all’istituto promulgato dal Ministro Angelino Alfano qualche anno prima (e, in una visione mediazionecentrica, non sarebbe male se fosse riproposto al ministero).
Indubbi sono i risultati ottenuti nonostante le contrarietà della categoria forense. L’on. Erminia Mazzoni, in seduta al Parlamento Europeo, ha riportato dati economici molto interessanti che potrebbero aiutare il futuro Governo Letta a restituire l’IMU oppure avviare il reddito di cittadinanza oppure iniziare a migliorare i servizi sanitari.
Ma sempre in quella seduta del Parlamento Europeo, forse per la prima volta almeno in un periodo dove non godiamo della massima considerazione, l’Italia viene presa come esempio di “buone prassi” in Europa per come è stata declinata la mediazione civile, così come riferito da Arlene McCarthy e Viviane Reding, vicepresidente della Commissione e commissario europeo per la giustizia, che auspicano che altri Stati Membri possano analogamente applicarla.
Addirittura, in quella sede, l’europarlamentare Sergio Cofferati, dopo aver lodato l’applicazione e il successo nazionale dell’istituto sperando in un rapido ripristino, propone di estenderlo quanto prima anche alle controversie in materia di lavoro.
Insomma da destra a sinistra la mediazione civile sembra sia considerata una componente essenziale per contribuire a risolvere i problemi di giustizia del nostro Paese, anche perché, dal momento in cui c’è stata la sentenza della Consulta, si effettuano pochissime mediazioni, i ricorsi per la Legge Pinto si sono di nuovo impennati, la Comunità Europea continuerà a multarci.
Allora…sarà mica come la bella di Torriglia: tutti la vogliono e nessuno se la piglia. Ma quando poi si è maritata, tutti avrebbero voluto averla sposata?
Proviamo ad analizzare i “papabili” per il dicastero della Giustizia.
Renato Schifani, PdL – già Presidente del Senato nel Governo che ha promosso la mediazione. Forse per soli motivi elettorali, in un convegno a Bari, superando la carica istituzionale e super partes che rappresentava, rivolgendosi agli avvocati, li rassicurò da “collega” sulla non riproposizione della mediazione. Strano almeno che sia così contrapposto al suo collega di partito Alfano. 🙁
Paola Severino, tecnico – ministro uscente del Governo Monti ha assistito alla decisione della Corte Costituzionale e, seppure nei ripetuti interventi al CSM o nelle relazioni annuali, ha avuto sempre parole di apprezzamento, non ha fatto (o potuto fare) nulla per sanare l’eccesso di delega. Ha anche promesso di intervenire con incentivi e sanzioni, ma nulla di fatto! Sarà convinta davvero della bontà della mediazione oppure, ricordando di essere un avvocato, ha fatto prevalere gli interessi dei pochi rispetto all’interesse generale?
Luciano Violante, Pd – magistrato e docente universitario già Presidente della Camera e della Commissione Antimafia. Un esperto di giustizia e di politica che non ha mai dissentito rispetto all’istituto. Ma avendo partecipato a pieno titolo al documento stilato dai Dieci Saggi nominati da Napolitano, si rafforza la prospettiva di una piena ripresa della mediazione. 🙂
Michele Vietti, Udc – avvocato e docente universitario, già vice ministro alla Giustizia e all’Economia, vice presidente del CSM. Non ha mai nascosto l’apprezzamento per la mediazione civile così come, fino a quando era in vigore, attuata. Sin dal giorno successivo alla sentenza della Consulta, ha rilasciato sempre dichiarazioni tese al ripristino della mediazione. L’ultima dichiarazione, su Repubblica.it, il 24 aprile 2013 dove, in un’intervista sostiene che “… noi non possiamo più pensare che l’enorme contenzioso che il ns Paese produce, che è il più grande d’Europa, passi tutto per le strettoie del processo, e dunque mediazione, conciliazione, arbitrati…”. 🙂
Pietro Grasso, Pd – Magistrato e Presidente del Senato. Non si registrano opinioni specifiche sulla mediazione civile ma solo delle considerazioni generali sul grave ritardo della giustizia.
Valerio Onida, già Presidente della Corte Costituzionale – Nessuna dichiarazione di rilievo riguardo la mediazione. Tuttavia è forse, insieme a Gallo, la figura più autorevole tra i Dieci Saggi che può sostenere quanto espresso nella relazione finale. 🙂
Franco Gallo, Presidente della Corte Costituzionale – È stato il Presidente che tecnicamente ha dichiarato incostituzionale la mediazione per eccesso di delega. Come per Valerio Onida non si rilevano dichiarazioni in merito.
Tuttavia, prescindendo dai “nominati” che potrebbero non assurgere al ruolo, è d’obbligo l’ottimismo. Se il Presidente Napolitano, prima irriso poi dagli stessi rieletto, ha incaricato i saggi per individuare le emergenze del Governo, non possiamo immaginare che venga smentito e abbiamo tutti i motivi per credere che la relazione finale dei Dieci Saggi sarà la base per il programma che il nuovo Governo dovrà impegnarsi a realizzare, in particolare speriamo che il dicastero della Giustizia sia assunto da un Ministro molto Saggio.
Morta la mediazione…viva la mediazione.
Pubblicato il 26 aprile 2013 re 17,30